Dovevano essere gli ultimi mesi del 1986 o i primi del 1987. Avevo ripreso in mano gli scacchi dopo forse tre anni e mi ero da poco trasferito a Bergamo dalla provincia. La ricerca di un luogo in cui permettermi di giocare con altri ragazzi aveva condotto i miei genitori (e me, naturalmente) al numero 16 di Borgo Santa Caterina. Erano anni in cui il circolo era più vivo che mai: pieno di giovani al sabato pomeriggio, di adulti al martedì sera. Ad accoglierci, un sabato come tanti, fu naturalmente Tommaso Minerva, che agli scacchi e all’Excelsior dedicava anima e corpo. E che insegnava il gioco ai bimbi della vicina scuola elementare Rosciate, non per niente diventata una fucina di giovani talenti.
Credo fosse da poco andato in pensione o in procinto di andarci. Non ricordo. Quello di cui sono certo è che, se non ci fosse stato lui, che seppe invogliarmi a coltivare la passione per gli scacchi, forse mi sarei dedicato a un’altra attività.
Devo aver saputo che Tommaso curava una rubrica di notizie locali di scacchi quando per la prima volta ottenni un buon risultato in un torneo giovanile. Non ricordo naturalmente quale fosse. Ricordo solo che il mio nome comparve per la prima volta su L’Eco di Bergamo. E fu senz’altro anche grazie a questo, ovvero grazie a Tommaso, nuovamente, che fui spronato a metterci sempre più impegno.
Tommaso Minerva è sempre stato presente nel mondo degli scacchi bergamaschi e nella vita del circolo Excelsior, che aveva fondato, accollandosi per lunghissimo tempo il ruolo di segretario / fac-totum. Ne è stato una colonna portante, fino a quando motivi personali lo hanno costretto a ridurre sempre più il suo impegno.
È comunque grazie a lui se ancora non molti anni fa, nel 2011, le celebrazioni per il trentennale del circolo hanno potuto essere ospitate in una sede centrale e di prestigio come l’Urban center.
In quell’occasione, forse per la prima volta, ricordo di averlo visto quasi commuoversi, quando gli è stato consegnato un riconoscimento per i suoi tanti anni di infaticabile impegno.
Tommaso non amava praticare gli scacchi a livello agonistico, ma di certo aveva il piglio del grande scacchista: quando predisponeva un piano e fissava un obiettivo, andava fino in fondo per provare a centrarlo. Credo sia anche per questo, per la sua tenacia, che è riuscito a organizzare tornei e corsi per tanti anni, malgrado non sia stato sempre facile reperire i fondi e i mezzi.
Tommaso ci mancherà, mi mancherà. Umanamente parlando, ho con lui un inestinguibile debito di gratitudine. Impossibile trovare parole adeguate, in questo momento. Mi limito a dire: grazie mille Tommaso, grazie di tutto. E arrivederci.
Dario Mione
Nella foto: Tommaso riceve il riconoscimento in occasione del trentennale dell’Excelsior: era il 7 maggio 2011 (foto treviglioscacchi.altervista.org)
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